La settimana che si era aperta col salvataggio in extremis del Credit Suisse si chiude con un'altra seduta di borsa nerissima per le banche. Segnale chiaro che i timori sulla solidità del sistema creditizio sono tutt'altro che fugati. Del resto in settimana sia FED che BCE hanno confermato la loro linea alzando ancora i tassi per contrastare l'inflazione, ma la velocità dei rincari è additata da molti come causa dei problemi di diverse banche, poco accorte nei loro investimenti. A fare le spese delle vendite in primis Piazza Affari indice ben pieno di titoli del settore, che ha perso oltre il 2% anche se l'incendio di giornata è scoppiato in Germania. Dopo quanto deciso nel salvataggio di Credit Suisse con l'azzeramento di 16 miliardi di obbligazioni at1, quelle meno garantite, due piccole banche regionali tedesche hanno annunciato che non rimborseranno anticipatamente come fatto da prassi per anni, i possessori di analoghi Bond. Scelta consentita dalla legge ma pessimo segnale di possibili problemi di liquidità che gli investitori hanno recepito colpendo le banche tedesche, e in primis il colosso Nazionale, la Deutsche Bank da giorni al centro di voci di difficoltà. Il titolo è arrivato a perdere quasi il 15% prima di recuperare in parte inducendo Olaf Scholz a intervenire. "Non c'è ragione di inquietarsi per Deutsche Bank, è molto profittevole", le parole del Cancelliere, ma il mercato sembra aver individuato l'anello debole da colpire, la banca in due settimane ha perso un terzo del valore in Borsa anche per dare un segnale ai banchieri centrali, se non rallentano sui rialzi dei tassi, gli scricchiolii delle banche potrebbero trasformarsi in clamorosi crack.