Se il coronavirus ha stravolto l'agenda europea, il Green Deal non è stato comunque abbandonato. Anzi, come sottolinea il vicepresidente della Commissione Timmermans, la pandemia ha dimostrato quanto sia importante ristabilire l'equilibrio tra attività umane e ambiente. Così, nell'ambito del patto per la difesa del clima, Bruxelles ha lanciato la sua strategia per un'agricoltura e un'alimentazione sostenibili e per la difesa della biodiversità. Entro il 2030 l'Unione europea punta dunque a dimezzare i pesticidi nei campi e gli antibiotici negli allevamenti, di diminuire del 20% i fertilizzanti e di aumentare del 25% le coltivazioni biologiche. In arrivo poi obiettivi vincolanti di riduzione degli sprechi alimentari, ma soprattutto l'estensione degli obblighi di indicare l'origine degli alimenti, oltre a etichette informative sui nutrienti, sulla scia del Nutri-score francese. Un semaforo che fa però infuriare il settore agroalimentare italiano perché accusato di semplificare troppo e di penalizzare prodotti di qualità come l'olio d'oliva. Quanto alla tutela della biodiversità e degli ecosistemi, oltre all’obiettivo di piantare 3 miliardi di alberi entro dieci anni, l'Europa punta a istituire aree protette sul 30% di terre e mari, di cui il 10% saranno superprotette e di destinare almeno un decimo delle superfici agricole a elementi caratteristici del paesaggio. In arrivo anche 20 miliardi per la lotta all'inquinamento e allo sfruttamento eccessivo delle risorse. Obiettivi di certo ambiziosi, forse anche troppo, come lamentano le associazioni degli agricoltori e dei pescatori europei. Plaudono invece quelle dei consumatori.