Il voto in Georgia non è solo un esercizio democratico, in ballo c'è molto di più. Qui si sceglie tra Russia ed Europa. Lo sa bene Nana Malashkhia ex funzionaria pubblica che durante le proteste del 2023 riempì insieme ad altre migliaia le strade della capitale Tbilisi per manifestare contro la legge sui cosiddetti agenti stranieri. Oggi Nana è la candidata della Coalizione per il Cambiamento uno dei quattro principali partiti di opposizione del paese. Ma Nana non rappresenta tutta la Georgia. C'è un'altra ampia parte della popolazione che sostiene invece le scelte del governo, come questo giovane attivista. Per i sondaggi Sogno Georgiano è ancora il partito più popolare del paese anche se ha perso terreno dal 2020 quando ottenne quasi il 50% dei voti e una ristretta maggioranza parlamentare. L'opposizione accusa l'ex primo ministro Bidzina Ivanishvili di controllare il paese per conto della Russia. Mentre il partito al governo ritiene invece che l'opposizione radicale sia manovrata dall'ex presidente Mikheil Saak'ashvili che ora sta scontando una pena detentiva a 6 anni per abuso di potere. Delle elezioni georgiane parla anche il Cremlino. La Russia non si sta intromettendo. Quello che notiamo sono i tentativi dell'Occidente di influenzare il voto. Alla Georgia è stato concesso lo status di candidato all'Unione Europea lo scorso anno ma le relazioni con Bruxelles si sono deteriorate rapidamente da quando a maggio il partito di governo ha approvato una legge sugli agenti stranieri. La risposta dei principali alleati occidentali di Tbilisi è stata imporre sanzioni agli alti funzionari georgiani.