Un po' Superbowl, un po' Woodstock, un po' notte degli Oscar: nello scintillante Radio City Music Hall, tempio dello spettacolo newyorkese, va in scena il più grande evento elettorale mai visto in una campagna presidenziale. Joe Biden, Barack Obama, Bill Clinton: tre presidenti democratici il primo in carica, gli altri ex, uniti contro il candidato repubblicano. Formalmente, è una serata di raccolta fondi: si entrava con biglietti dai 200 dollari fino al mezzo milione che però dava accesso a un esclusivo afterparty con First Lady e foto ricordo scattata dalla fotografa dei divi Annie Leibowitz. Oltre 25 milioni di dollari raccolti in un colpo solo: record assoluto. Biden e Obama arrivano insieme sull’Air Force One, Clinton si aggiunge a New York. Tutti e tre, scravattati e rilassati, come rockstar conversano amabilmente con Stephen Colbert, uno dei più noti showman d’America: la Democrazia a rischio, il pericolo rappresentato dagli estremisti, ma anche per Obama e Clinton i successi di cui Biden dovrebbe prendersi merito. Il messaggio è chiaramente promozionale, una sorta di tre per uno del partito democratico: voti Biden, e porti a casa anche Obama e Clinton, due che si sono fatti otto anni di Casa Bianca a testa e dovrebbero anche dare qualche garanzia contro i dubbi anagrafici che solleva l’anziano presidente. Come dire: noi siamo una squadra, con un programma di Governo condiviso. Mentre di là c’è un uomo solo, scaricato perfino dai suoi ex collaboratori, che vorrebbe però tornare al comando. Trump non è neanche nominato: anche lui è a New York, dove presenzia ai funerali di un poliziotto ucciso in servizio. Sulla Sesta Strada, davanti al teatro, qualche centinaio di manifestanti protesta per Gaza. Un manipolo di attivisti è anche dentro e interrompe più volte i presidenti accusandoli di avere le mani sporche del sangue dei palestinesi. È un tema scivoloso, sul quale Biden rischia di giocarsi dei voti. Ma il presidente non sembra preoccupato: dopo due ore, chiude lo show trasformandosi in Dark Brandon, l’alter ego nato per prendere in giro i cospirazionisti che tira sempre fuori quando sente aria di vittoria.