Non più se ma quando. Questo il dubbio che domina il dibattito tra democratici e tra i suoi sostenitori sulla rinuncia alla candidatura da presidente da parte di Joe Biden. Dopo essersi rincorsi per giorni le voci di un cambio in corsa per il fronte Democratico, ora c'è addirittura una ondata plausibile per cui il Presidente potrebbe deporre le armi. Si tratta di giovedì giorno conclusivo del vertice nato il suo ultimo appuntamento è una conferenza stampa. Le indiscrezioni sulla data è stata data dai media americani che seguono il tourbillon di riunioni dell'asinello che si sono svolte nelle ultime ore in cui all'ordine del giorno c'era appunto, come convincere Biden a gettare la spugna. Tutto insomma sembra andare in quella direzione, ma l'unico che sembra non accorgersene è proprio Joe Biden che prosegue la sua campagna elettorale, assicura di essere in perfette condizioni e scherza sulla sua età. Però, una volta smarcata la questione, ammesso che ci si riesca, se ne proporrebbe un'altra di non poco conto. Chi potrebbe sostituirlo. La scelta naturale, cioè, la sua vicepresidente Kamala Harris, è quella meno convincente: data come Stella nascente al momento della sua nomina, si è invece distinta per la sua opacità. Si fanno i nomi di quattro governatori: Gavin Newsom che guida la California, Gretchen Whitmer governatrice del Michigan, Josh Shapiro governatore della Pennsylvania con un'impeccabile passato da procuratore generale ed il miliardario J. B. Pritzker che guida l'Illinois. Tutti tra i 50 e i 60 anni. Certo, nessun nome fa sognare come quello dell' ex first lady Michelle Obama, ma sembra ad oggi un ipotesi poco percorribile. Intanto, c'è chi osserva quanto avviene al di là dell'Atlantico con una buona dose di perfidia. Il ministro degli Esteri Russo Sergej Lavrov, ha lasciato cadere un commento feroce definendo la campagna presidenziale americana uno spettacolo pietoso.