Ricompare a Flint, in Michigan la città dove nacque e quasi morì la General Motors, come al solito sulle note folk di Dio benedica l'America, acclamato da una folla adorante e circondato da decine di attentissimi agenti di scorta, Donald Trump torna in pubblico dopo essere forse scampato a un secondo attentato, l'FBI sta ancora indagando sull'uomo trovato con un fucile sul suo campo da golf in Florida. Rivela subito di aver ricevuto una telefonata molto gentile da parte di Kamala, la vicepresidente Harris, sua acerrima avversaria alle prossime elezioni che l'ha chiamato per sincerarsi delle sue condizioni e ribadire la posizione fermamente antiviolenza della Casa Bianca. Nello stato che perse nel 2020 Trump promette di riportare le fabbriche dell'auto, anche perché dice che la vera minaccia non è il cambiamento climatico, ma le armi nucleari che ci hanno avvicinato, parole sue, alla terza guerra mondiale. A meno di 50 giorni dalle presidenziali la campagna elettorale sembra riprendere come nulla fosse, nonostante l'inquietante episodio di domenica scorsa che Trump attribuisce a quella che chiama retorica incendiaria dei democratici, ma anche, sembra suggerire, alle sue politiche protezionistiche che possono infastidire Paesi stranieri. Archiviati gli auguri privati, in pubblico la vicepresidente Harris rispedisce al mittente le accuse di fomentare una campagna d'odio e in una intervista a Philadelphia striglia Trump per i suoi commenti contro gli immigrati, più efficace quando parla di diritti che di Medio Oriente, Harris ha comunque il vento a favore, gli ultimi sondaggi, fatti dopo il dibattito e il quasi attentato contro Trump, la danno in crescita con una probabilità di vittoria del collegio elettorale quasi doppia rispetto a quella del rivale.