Atene, governo chiama esercito contro i roghi

05 ago 2021
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Atene è assediata dai roghi e immersa in una coltre di fumo e cenere, che rende l'aria irrespirabile, senza luce né gas. Alcune aree periferiche della città, assediate dalle fiamme, sono state evacuate. La Grecia combatte contro un centinaio di focolai, che si stanno espandendo in diverse aree del Paese. Colpito anche il sito archeologico di Olimpia, dove i roghi hanno distrutto decine di abitazioni e resa necessaria l'evacuazione e ora stanno minacciando l'area archeologica. Evacuata anche l'isola di Evia, fatto eccezione per tre monaci rimasti a presidio, ora 150 case sono state distrutte e tre Resort danneggiati. Il Governo ha indetto una riunione d'emergenza e convocando lo Stato Maggiore della Difesa, anche l'esercito affiancherà i volontari della Protezione Civile e i Vigili del Fuoco, nella lotta contro le fiamme. Atteso l'inasprimento delle pene contro i piromani fino a 20 anni di carcere. Si chiede la mobilitazione della popolazione per uno stato d'emergenza, che stando alle condizioni climatiche, è destinata a peggiorare sino a giovedì prossimo. Non si tratta solo di piromani, ma temperature oltre i 50 gradi e venti forti, che causano l'autocombustione: uno dei roghi più distruttivi sull'isola di Rodi, sarebbe partito da una sottostazione della rete elettrica, che a temperature superiori ai 55 gradi, al sole, sarebbe andata a fuoco. Ma non è l'unica ipotesi. Vetro e latta, abbandonati al sole, nei boschi, sono in grado di provocare scintille capaci di incendiare l'erba secca. Dunque non è più un semplice appello alla popolazione, quello delle autorità greche, ma una mobilitazione. Comportamenti corretti, non sono più un'opzione civica, ma un dovere, con dirette conseguenze sull'ambiente. Infuria il fuoco e la polemica, anche in Turchia, dove restano ancora attivi 170 roghi e il Presidente Tayyip Erdogan, è accusato di aver dismesso nove Canadair nel 2019 e di trovarsi ora, senza mezzi per spegnere i roghi che hanno distrutto oltre 100mila ettari di costa mediterranea, nelle regioni sud-occidentali. Erdogan respinge le accuse e annuncia aiuti esteri. Otto sono stati i morti e quasi 20mila le evacuazioni, in oltre una settimana di incendi. Ora ad essere minacciata dalle fiamme, è la centrale elettrica di Milas, dove il fuoco ha causato due esplosioni, che fortunatamente non hanno fatto vittime.

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