Lorain Fabius rivale storico l'ha definito l'Uomo Invisibile della politica francese. Una definizione che ha Michel barnier non deve essere dispiaciuta troppo. Preferisco essere efficace all'essere mediatico, la sua risposta. Ed efficace negli anni lo è stato, eletto deputato per la prima volta nel 1978, il più giovane di Francia all'epoca un primato che ha mantenuto per circa due decenni; è stato quattro volte ministro in patria a partire dagli anni novanta nei governi di Jaques Chirac che Nicholas Sarkozy, due volte commissario europeo a capo della delegazione della Brexit. Monsieur Brexit per l'Europa unita, Barnier è un gentleman ma un gentleman coriaceo, commentava Boris Johnson, parlando della sua fermezza nelle trattative. Che sia abile mediatore nessuno l'ha mai dubitato, esponente della destra neogollista, membro del partito repubblicano, candidato alle primarie del partito per le presidenziali del 2022, appassionato di montagna, nato sulle Alpi francesi vicino a Grenoble non lontano dall'Italia. Spesso torna tra le sue vette, Barnier si è sempre definito patriota ed europeo. Con le sue 73 primavere Barnier sostituisce Gabriel Attal che al momento dell'incarico aveva solo 34 anni, il più giovane premier francese. Il mandato necessita esperienza e la via di Macron per uscire dalla palude è formare un governo di unità nazionale tentando la via della concertazione tra le forze uscite dalle lezioni che sono in netta contrapposizione.