Parla Londra. Trasmettiamo alcuni messaggi speciali. Felice non è felice. È cessata la pioggia. Nessuno di noi ricorda questa sigla. Il battito intermittente che preannunciava le trasmissioni clandestine di Radio Londra, l'unica fonte di informazione in linguaggio criptato durante la guerra al nazifascismo. Chissà se la radio britannica riprenderà questo leggendario jingle, quel che è certo è che la risposta dell'emittente radiotelevisiva alla nuova legge sulla stampa della Federazione Russa riporta le lancette della storia a quel periodo eroico. La BBC ha infatti dichiarato di lasciare la Russia dopo che Mosca ha annunciato un giro di vite del codice penale che prevede fino a 15 anni di reclusione per chi diffonde notizie false sul conflitto in Ucraina. Lasciare il Paese però non significa interrompere le trasmissioni, che proseguiranno via radio sulle onde corte in modo da scavalcare tutti i sistemi di sbarramento informatico messi in atto dall'intelligence russa. Una risposta in linea con una guerra combattuta In modo antico, con carri armati e trincee. La BBC non è l'unica a lasciare il paese, insieme a lei anche le americane ABC, Bloomberg e CNN e la canadese CBC. La decisione è seguita dopo che le autorità di controllo delle comunicazioni locale, la Roskomnadzor, ha annunciato la chiusura di molti siti e fonti di informazione indipendente locale e internazionale. Una lista sempre più lunga che vede appunto la BBC, Voice of America la radio finanziata dal Governo statunitense, Radio Free Europe Radio Liberty, l'emittente tedesca Deutsche Welle e il sito web lettone Medusa. Meta, che controlla Facebook, Instagram e servizi di messaggistica istantanea WhatsApp e Messenger, ha intanto limitato l'accesso a Russa Today e Sputnik in tutta l'Unione Europea e ha declassato a livello globale i contenuti delle pagine Facebook degli account Instagram dei siti di accesso controllati dallo Stato Russo. Mosca ha chiuso quindi l'accesso a questi social. Il Cremlino ha replicato duramente. Dmitry Peskov ha spiegato che la stretta sui media, termine eufemistico per non parlare esplicitamente di censura, è dettata dalla necessità di fronteggiare una guerra di informazione senza precedenti contro la Russia. La Federazione, ormai, è definitivamente al buio.























