Il parallelo è impietoso, mentre a Milwaukee Trump viene celebrato quasi come un eroe persino dai suoi vecchi avversari, Joe Biden è costretto a interrompere anzitempo gli appuntamenti elettorali in Nevada, uno Stato dove sperava di rafforzare la presa sull'elettorato ispanico. Biden ha il Covid, con sintomi lievi. Si auto-isolerà nella sua casa del Delaware da dove, assicura la Casa Bianca, continuerà a svolgere il suo lavoro. Il virus, però, lo costringerà a una pausa forzata in un momento in cui la campagna elettorale richiederebbe uno slancio grintoso. Senza contare il contraccolpo che la malattia potrà avere sugli sforzi di un presidente che sta facendo il possibile per dimostrarsi ancora energico e vigoroso. Mentre il Covid lo riduce al silenzio, o quasi, i suoi avversari interni alzano la voce. L'attentato a Trump li ha costretti a una pausa, ma ora sono tornati a chiedere al presidente di farsi da parte, e con rinnovato vigore. Adam Schiff, influente deputato californiano molto vicino a Nancy Pelosi, è solo l'ultimo in ordine di tempo, il primo dopo il tentativo di uccidere Trump. Segno che la questione è tutt'altro che archiviata. Dopo il leader democratico alla Camera, Hakeem Jeffries, anche quello del Senato Chuck Schumer ha incontrato il presidente in un faccia a faccia riservatissimo, illustrandogli, a quanto pare, i timori di buona parte del partito. Molti democratici, soprattutto quelli in corsa in collegi combattuti, temono che il presidente non sia aggiornato sui sondaggi più recenti, che lo vedono in affanno in quasi tutti gli Stati in bilico. "Sono il candidato e prevedo di vincere", avrebbe risposto Biden secondo un portavoce. Ma fonti citate dalla CNN sostengono sia stato leggermente più recettivo del solito. "Mi ritirerei se avessi un problema medico", aveva concesso Biden in un'intervista di alcune ore prima. Un'apertura talmente piccola da non costituire neppure uno spiraglio.