Brexit, Camera dei Lord sconfessa il governo

02 mar 2017
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Rischia di non servire a nulla, ma il messaggio politico è ugualmente potente, se qualcuno al numero 10 di Downing Street o almeno alla Camera dei Comuni vorrà ascoltarlo. Con 358 voti a favore e 256 voti contrari, la Camera dei Lord, Istituzione antica e per molti ormai desueta, si fa paladina dell’Europa unita e approva un emendamento che impegna i Ministri a presentare una proposta che garantisca ai cittadini comunitari legalmente residenti in Gran Bretagna, entro novanta giorni dall’attivazione dell’articolo 50, assicurando loro il diritto di rimanere nel Paese, che per molti ormai è casa, un amore di questi tempi non sempre ricambiato. A presentare e sostenere il testo della modifica, che il Governo di Theresa May sperava non sarebbe passata, liberaldemocratici e laburisti, forti di equilibri politici qui favorevoli. Non è, forse non ancora, la voce di quel 48 per cento che a giugno votò “remain”, ma una crepa comunque importante. Con l’aggiunta di alcuni conservatori pro Europa o almeno preoccupati per la sorte di tre milioni di residenti comunitari, se non è uno schiaffo alla politica di May, ci somiglia comunque molto. Tanto che l’Esecutivo, che si è detto deluso, ha già fatto sapere che sfiderà il testo ai Comuni, ai quali, al termine di un ping-pong istituzionale, spetta comunque l’ultima parola, con la speranza per Downing Street di poter mantenere il calendario fissato: aprire la procedura entro fine marzo. Ma l’approvazione finale del testo potrebbe comunque slittare di almeno una settimana, fino a metà mese.

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