Brexit, il lungo addio partirà il 29 Marzo

20 mar 2017
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La lunga attesa è finita, il dado quasi tratto. L’ufficialità arriverà tra nove giorni. Intanto, è giunta la notizia: il 29 marzo la Gran Bretagna comunicherà ai partner la sua volontà di lasciare l’Unione europea e da quel momento partirà il conto alla rovescia stabilito dall’articolo 50 del Trattato di Lisbona. 24 mesi per il primo divorzio dall’Europa unita dai tempi della Groenlandia, unico precedente, ma allora era il 1983 e la Comunità economica europea solo l’ombra dell’Unione attuale. Saranno i negoziati più importanti per un’intera generazione, scandisce, annunciando il D-Day, David Davis, ministro per la Brexit, che sottolinea: “Vogliamo una partnership nuova e positiva”. In primo piano con Bruxelles il dossier dei residenti comunitari già presenti nel Paese e il conto da pagare per i programmi già approvati, ma non mancano le ripercussioni interne, tanto che Davis scandisce: “Vogliamo un accordo positivo per tutte le nazioni del Regno Unito, perché le ribellioni non mancano”. Come quella scozzese, con Nicola Sturgeon e Theresa May, impegnata in un duro braccio di ferro su opportunità e calendario di un richiesto secondo referendum per l’indipendenza. Non solo la Scozia, anche l’Irlanda del Nord fa sentire la sua voce. Lo storico leader del Sinn Fein, Gerry Adams, ha già chiesto che la parola vada al popolo per decidere un’eventuale riunificazione dell’isola. D’altra parte, ha sottolineato, gli accordi del venerdì santo vedevano nell’Unione europea il loro strumento e il loro garante. Una posizione di parte, d’altra parte Belfast è una città spaccata. “Spero che non ci saranno violenze. I politici devono trovare una soluzione. Non so se l’accordo del venerdì santo sopravviverà, ma spero che non sarà necessario tornare per le strade”, ci dice Duncan. Remain a giugno. Warren è più ottimista. “L’accordo – dice – reggerà”. Lui aveva votato per lasciare l’Unione europea. Europeista convinta è invece Ellen, che comunque, però, non sostiene l’idea di un referendum per la riunificazione. “È prematuro”, ci dice. “Bisogna far passare ancora qualche anno”.

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