Avvolti nella Senyera giallorossa o nell'Estelada, con quel triangolo blu e la stella bianca che da sempre sono il simbolo della lotta per la libertà del popolo catalano. La Catalogna scende in piazza per manifestare tutta la sua rabbia contro la sentenza della Corte Suprema che ha condannato i leader separatisti catalani a pene dai 9 ai 13 anni di carcere per la proclamazione di indipendenza dell'ottobre 2017, dopo il referendum che per il Governo di Madrid era e resta illegale, cui è seguita la peggior crisi politica in Spagna degli ultimi 40 anni. Sedersi e parlare, ripete attraverso la piattaforma Tsunami Democratico, il tecnico del Manchester City Pep Guardiola, che si unisce così alla protesta. Mentre dal Belgio l'ex Presidente della Catalogna, Carles Puigdemont, per cui è stato spiccato un mandato di arresto internazionale, affonda nella carne viva di una nazione ferita. Ma mentre vengono bloccati treni e aeroporti, con oltre 100 voli cancellati, e i Mossos d'Esquadra che respingono con i manganelli e lacrimogeni i manifestanti, si guarda all'appuntamento con le urne del 10 novembre, quando la Spagna tornerà al voto per la quarta volta in quattro anni. Riaprire un dialogo con questo popolo sembra l'unica soluzione per ritrovare stabilità, ma intanto una nuova mobilitazione è stata convocata per domani alla Puerta del Sol di Madrid.