Silenzio e commozione, i nomi delle vittime letti uno a uno mentre il presidente Macron e la sindaca di Parigi, Anne Hidalgo, depongono un mazzo di fiori davanti a quella che fu la porta della redazione di Charlie Hebdo. Quel che è avvenuto a quel numero civico il 7 gennaio di 10 anni fa ha segnato una svolta verso il terrore nella storia recente francese. 10 anni dopo ricordando quei giorni la Francia si rende conto che gli stessi pericoli sono ancora forti nella società. La libertà di espressione, pur se difesa dalla gran maggioranza dei cittadini, lascia più indifferenti le nuove generazioni, inclini a mettere in discussione il valore della laicità alla francese, lo conferma la cronaca degli ultimi anni con il moltiplicarsi degli attacchi alla laicità nelle scuole e la minaccia ai professori di storia, in due casi vittime di attentati terroristici, senza dimenticare la proposta di legge depositata dalla sinistra radicale in parlamento per abolire il reato di apologia di terrorismo, proposta giudicata vergognosa dal resto dello spettro politico. Un'occasione per ricordare che l'allerta terrorismo in Francia resta ai livelli massimi dall'anno scorso e che un nuovo attentato potrebbe avvenire da un giorno all'altro, a detta dello stesso Ministro dell'Interno francese Bruno Retailleau che ha ricordato i 9 attentati di origine jihadista, sventati nel solo 2024, di cui tre riferiti alle Olimpiadi di Parigi. Anche per questo l'Eliseo ribadisce di voler andare avanti nella costruzione del museo e memoriale del terrorismo, un progetto fortemente voluto da Emmanuel Macron, che però prima di Natale sembrava essere stato frenato per questione di costi, visto l'enorme debito pubblico francese.