Jet cinesi da combattimento dotati di armi reali hanno condotto attacchi simulati vicino a Taiwan per testare il blocco dell'isola. Come confermato dal Ministero della Difesa di Taiwan 11 navi da guerra e 59 aerei cinesi hanno accerchiato l'isola nel terzo giorno di prove belliche. Esercitazioni che Pechino definisce "prove per affilare la spada" dell'Esercito Popolare di Liberazione cinese che sono un severo monito per le forze secessioniste di Taiwan e la loro collusione con forze esterne, facendo neanche troppo velatamente riferimento agli Stati Uniti dove la scorsa settimana si è tenuto l'incontro tra la Presidente di Taiwan Tsai Ing-wen e il Presidente della Camera dei Rappresentanti degli Stati Uniti Kevin McCarthy. Pechino considera Taipei parte inalienabile del suo territorio. "L'indipendenza e la pace di Taiwan sono scenari che si escludono a vicenda" fa sapere il portavoce del Ministero degli Esteri cinese. Mentre Pechino è impegnata nelle manovre militari intorno a Taiwan il cacciatorpediniere americano Miles sta manovrando nel Mar Cinese meridionale, zona degli arcipelaghi e delle isole Spratly, al centro di molte contese per la scoperta di giacimenti petroliferi considerate strategiche anche dalla Cina. La US Navy ha riferito che il suo cacciatorpediniere missilistico si trovava in quelle acque per una missione sui diritti e le libertà di navigazione nel Mar Cinese meridionale, operazione conforme al diritto internazionale. Le esercitazioni hanno suscitato la condanna di Taipei e la richiesta di moderazione da parte di Washington, che ha affermato di monitorare attentamente le azioni di Pechino. Azioni sostenute da Mosca e che, secondo il Cremlino, rientrano nel diritto sovrano cinese di rispondere alle provocazioni.