Mentre in Cina sembra che si celebri la fine della pandemia, con queste immagini, peraltro sospette di riferirsi ad altri tempi, nel mega party in piscina, svoltosi durante il week end, a Wuhan, la città dove tutto era iniziato e l'annuncio dell'approvazione del primo dei nove vaccini attualmente in sperimentazione, negli altri Paesi dell'area la situazione è più complicata nonostante il continuo aumento dei contagi, circa 300 al giorno, a fronte di un numero tuttora limitatissimo di tamponi, meno di 2 mila al giorno, in Giappone si sono riaperte le scuole ed il Governo, di fronte ai disastrosi dati sul calo del Pil, meno 27% su base annua, il peggior dato del dopoguerra, non sembra avere intenzione di dichiarare un nuovo lockdown. Situazione delicata anche in Corea del Sud, dove la cosiddetta strategia delle 3 T: tracciamento, test e trattamento, considerata la più efficace sinora adottata, rischia d'incepparsi per colpa di un'altra setta religiosa, il cui leader, reverendo Jun Kwang-hoon, da sempre critico dell'attuale Presidente Moon Jae-in, ha organizzato, nei giorni scorsi, una manifestazione contro il Governo, invitando la gente a non indossare la mascherina così come avviene regolarmente per i frequentatori della sua Chiesa. Le autorità gli hanno più volte imposto di comunicare l'identità dei seguaci, ma senza successo. Mentre sui social media circola una petizione firmata da centinaia di migliaia di persone che ne chiedono l'arresto, le autorità cercano di rintracciare le persone, per la maggior parte anziani, per bloccare il nuovo focolaio. Nel frattempo il Governo ha annunciato che d'ora in poi tutti coloro, cittadini e stranieri residenti, che rientrano dall'estero, violeranno le regole della quarantena e del distanziamento sociale, non potranno usufruire più delle cure gratuite del sistema sanitario e dovranno pagarsi tutte le spese.