Le scene che giungono dall'India sono la dimostrazione che gli aggiornamenti forniti dalle autorità ufficiali sono ampiamente inattendibili. Roghi di massa per fare fronte al numero esorbitante di decessi, gli ospedali al collasso dove i medici non riescono a curare i pazienti per carenza delle medicine, il mercato nero di bombole di ossigeno con i prezzi alle stelle. L'India con il miliardo e quasi 400 mila abitanti è il secondo Paese al mondo per popolazione ma è anche il secondo per numero di morti per l'epidemia di Sars-CoV-2. Del resto è emerso che solo per la capitale New Delhi, la settimana scorsa, non sono stati inclusi nel conteggio 1.150 morti. A fronte di questo scenario che certifica il collasso del Paese di fronte alla nuova ondata e all'emersione di una nuova variante estremamente contagiosa, la comunità internazionale si è unità per sostenere il Paese. Nella notte è giunto il primo carico di forniture mediche anti- Covid britanniche tra cui ventilatori e concentratori di ossigeno. Oltre al Regno Unito anche altri Paesi si sono uniti nella gara di solidarietà. L'Australia ha annunciato che invierà aiuti sanitari e al tempo stesso ha bloccato fino al 15 maggio i voli dall'India. Intanto il Primo Ministro Narendra Modi ha sentito telefonicamente Joe Biden da cui ha ricevuto l'assicurazione dell'assistenza e del sostegno da parte USA per fare fronte all'epidemia. Quel che colpisce, però, è la rapidità con cui l'India da Paese in cui sembrava che il Covid fosse praticamente scomparso, sia precipitata in una simile spirale. Secondo gli epidemiologi a provocare questa impennata di casi e la comparsa di una nuova terribile variante sarebbe stata una riapertura troppo precipitosa. A settembre, in effetti, la situazione sembrava davvero sotto controllo, per questo sono ricominciati i grandi raduni che hanno permesso la circolazione rapida del virus che ha trovato un immenso bacino pronto a diffonderlo e a incubare la nuova variante.