L’assassino della giovane diplomatica britannica Rebecca Dykes, il cui corpo senza vita è stato rinvenuto senza documenti sabato su un ciglio di una strada a est di Beirut, avrebbe un volto e un nome. Si tratterebbe, secondo quanto riportato da fonti libanesi, di un tassista locale. Dietro l’assassinio e un probabile stupro non ci sarebbero motivazioni politiche, stando a quanto riferito dalla polizia, ma le indagini sono solo all’inizio. I primi esami effettuati sul corpo hanno mostrato che la Dykes, trent’anni, in servizio presso l’ambasciata britannica in Libano dal gennaio scorso, è stata strangolata, con ogni probabilità con una corda, e sarebbe deceduta intorno alle quattro del mattino. La donna era stata vista per l’ultima volta venerdì sera, in un bar di uno dei quartieri della movida beirutina, mentre partecipava alla festa di addio per un’amica che lasciava il paese. Dopo le due del mattino, si era separata dal gruppo. Sabato si sarebbe dovuta imbarcare per rientrare in Gran Bretagna per le feste natalizie, ma di lei non si era saputo più nulla. La Dykes aveva in precedenza lavorato come analista per il ministero degli esteri in Iraq, si era laureata a Manchester e aveva un master in sicurezza internazionale, conseguito all’Università di Londra.