Nessun coinvolgimento con l’attentato e forse nessuna pista islamica da seguire. A poche ore dall’arresto di un giovane di 26 anni di origini irachene, fanno marcia indietro gli investigatori tedeschi e precisano che quell’arresto non ha nulla a che vedere con le bombe piazzate martedì sotto al pullman che trasportava i giocatori del Borussia Dortmund. “Dalle indagini non sarebbero emerse prove che l’uomo abbia partecipato all’attacco”, ha comunicato la Procura federale tedesca. L’arresto, invece, è avvenuto in quanto il giovane è sospettato di aver aderito all’Isis in Iraq. Scagionato anche il ventottenne tedesco, anche lui sospettato di essere coinvolto nelle esplosioni. Nel suo appartamento non sono state trovate prove che lo collegassero alle bombe. Restano dubbi anche sulla dinamica e sulla matrice islamica dell’attentato, considerato inusuale anche nella rivendicazione, senza firme né simboli, anche se nei tre messaggi trovati sul luogo dell’attacco, si citerebbe Allah e la sua volontà. I tre ordigni esplosi mentre il pullman degli atleti transitava in strada, sono stati costruiti in modo artigianale da mani esperte, utilizzando esplosivo militare convenzionale. Le bombe erano state imbottite anche di punte d’acciaio, per essere il più devastanti possibile. Una di queste è stata trovata conficcata sul poggiatesta di uno dei sedili del pullman. Nell’attentato, sono rimasti feriti un poliziotto e il difensore spagnolo del Borussia, che operato, fortunatamente sta già meglio. A lui ieri i tifosi della sua squadra, insieme con quelli del Monaco, durante la partita, hanno dedicato cori e incoraggiamento.