Prima il giuramento in Parlamento, poi l'abbraccio della piazza e il rituale ancestrale e la consegna del testimone del potere, il simbolo della connessione politica e spirituale tra il governo e le comunità indigene. Claudia Sheinbaum, si è insediata ed è la prima presidente donna del Messico. 62 anni, scienziata, ha vinto le elezioni del 2 giugno con il 57% dei voti, rappresentante del partito Morena Movimento Rigenerazione Nazionale, che ha contribuito a fondare con il presidente uscente Andres Lopez Obrador, suo mentore. In campagna elettorale ha promesso di portare avanti l'agenda di sinistra che ha caratterizzato gli ultimi sei anni di presidenza. "È tempo per le donne e per la trasformazione" dice Sheinbaum che ha scelto come emblema del governo l'immagine di una giovane donna indigena, e che si impegna a promuovere i diritti delle donne e a confermare il Messico come destinazione sicura per gli investimenti internazionali. Ma le sfide che si troverà ad affrontare non sono da poco: sicurezza, energia, politica estera, le conseguenze di una controversa riforma giudiziaria e la riforma costituzionale, senza dimenticare i dossier più complessi, immigrazione e traffico di droga e armi in primis. Per gli analisti, la sua presidenza manterrà la strategia del suo predecessore "Abbracci, non proiettili", basata sulle politiche sociali. Al suo insediamento hanno presenziato diversi leader stranieri, tra cui il presidente brasiliano Lula e la first lady Jill Biden; a lei guardano con attenzioni i paesi vicini, i suoi concittadini e soprattutto la comunità indigena che da lei si sente rappresentata.