Duri con la Cina, duri con l'Iran. Così Donald Trump vuole i suoi collaboratori in politica estera e così è Marco Rubio senatore della Florida di origini cubane. Rubio ha un passato come avversario di Trump che lo chiamava Little Marco, ma di recente è finito nel gruppo dei Fedelissimi tanto da essere stato considerato come vicepresidente. Fedelissimo è anche Mike Woltz che sarà consigliere per la sicurezza nazionale anche lui arriva dalla Florida stato di cui è rappresentante alla Camera. In Congresso ha sponsorizzato la linea dura contro la Cina e criticato la NATO: era tra i papabili anche per la difesa. Elise Stefanik chiude il trittico di politica estera. Trump la vuole ambasciatrice alle Nazioni Unite ruolo che fu di Nikki Haley rappresentante repubblicana dello stato di New York ha forti credenziali filo israeliane. L'ultimo giro di nomine vede Trump assestare un potente 1-2 sul fronte dell'immigrazione. Stephen Miller sarà vice capo dello staff sostenitore di Trump fin dalla prima ora appoggia da sempre la linea dura sui migranti. Miller fu tra gli artefici nella prima amministrazione Trump del divieto di ingresso negli Stati Uniti per i cittadini provenienti da alcuni paesi a maggioranza musulmana. Miller appoggia la deportazione degli illegali con la stessa convinzione di Tom Homan che Trump ha scelto come suo plenipotenziario per la gestione del Confine meridionale. La deportazione ha annunciato Homan comincerà dai migranti considerati pericolosi per il paese per i cittadini. Nella prima amministrazione Trump, Homan fu tra gli artefici della politica che determinò la separazione di circa 4mila bambini stranieri dai loro genitori. Trump è pronto a ribaltare le politiche di Biden anche in tema di crisi climatica: lo dimostra la scelta di Lee Zelding come numero uno dell'agenzia per la protezione ambientale, ex deputato ed ex candidato governatore di New York Zelding ha detto che intende cancellare le regolamentazioni varate dalla sinistra per liberare così il potenziale statunitense in tema di energia.