Le donne nel mirino di Teheran. Le forze di sicurezza iraniane sparano da distanza ravvicinata alle donne che manifestano contro il regime, colpendole al volto, agli occhi, al petto e genitali. Una denuncia che arriva dai medici e sanitari intervistati dal Guardian in tutto il Paese e che raccontano di come uomini e donne presentino ferite diverse. La rivelazione arriva nel giorno in cui l'impiccagione di Mohsen Shekari fa il giro del mondo. Aveva 23 anni, era stato arrestato il 25 settembre e poi condannato a morte, giudicato colpevole del reato di guerra contro Dio, accusato di aver interrotto la circolazione su una strada durante le proteste, con l'intento di creare terrore e uccidere e di aver ferito con un'arma da taglio un membro della forza paramilitare iraniana Basij a Teheran. Secondo gli attivisti, altri manifestanti potrebbero essere presto giustiziati. Sono almeno 11 le persone arrestate nell'ambito delle manifestazioni e finora condannate alla pena capitale. Dagli attivisti iraniani alle personalità più conosciute del Paese, sono molteplici le condanne. Il rapper iraniano Soroush Lashkari, nome d'arte Hichkas, con oltre 2 milioni di follower su Instagram, ha parlato del diritto di imbracciare le armi contro le esecuzioni di massa perpetrate da Teheran. Anche Ali Karimi, noto calciatore iraniano, ha condannato l'esecuzione. L'appello del direttore di Iran Human Rights, che chiedeva una rapida e forte reazione della comunità internazionale, è stato ascoltato. Si susseguono dichiarazioni da parte dei Ministri degli esteri di Francia e Regno Unito con la Baerbock che twitta: il disprezzo del regime iraniano per la vita umana, è sconfinato.