Non si hanno ancora informazioni certe sull'esito ma quel che è sicuro è che il missile balistico che ha raggiunto l'Ucraina è partito da molto lontano, dalla regione di Astrachan al confine col Kazakistan, si tratta insomma della prima volta che la Federazione fa uso di un missile intercontinentale. Una ulteriore escalation proprio mentre comincia a farsi spazio la possibilità di una tregua o almeno se ne parla sia a Mosca che a Kiev con tutti i dovuti distinguo. Perché, semplificando, per l'Occidente un dialogo è possibile rinegoziando le posizioni sul campo mentre per Mosca si può fare ma prendendo atto delle conquiste territoriali. Posizioni lontanissime che però le mosse della politica non sembrano cercare di conciliare adottando scelte molto aggressive sul fronte della fornitura di armi. Perché il lancio del missile intercontinentale sembra non tanto la risposta al via libera alla fornitura di mine antiuomo, una scelta fortemente criticata dalle organizzazioni umanitarie e non solo, si fa notare infatti che secondo l'ultimo rapporto dell'ONU, l'Ucraina è già il paese con il maggior numero di mine al mondo. Piuttosto è la replica al primo impiego da parte Ucraina dei missili britannici Shadow, una decisione che Londra ha preso sulla scia americana in base alla relazione speciale tra Gran Bretagna e Stati Uniti e che secondo la Russia rappresenta il quadro della strategia angloamericana di adesso. Così almeno sostiene il Cremlino con Dmitrij Peskov che ha definito la nuova escalation gli attacchi ucraini con missili a lungo raggio, si sta verificando una nuova escalation, la posizione dell' amministrazione Biden è molto irresponsabile continua ad aggiungere benzina sul fuoco del conflitto.