A Damasco la transizione procede in un clima che al netto dei raid israeliani sembra sereno. Dopo la conquista della capitale da parte dei miliziani di Hayat Tahrir al Sham, il passaggio di consegne a favore del nuovo Premier, Mohamed Bashir, ha sancito l'avvio di un processo che si prevede lungo ma nel segno della moderazione, almeno per ora, almeno a parole. Confermata la grazia per i militari che hanno combattuto nell'esercito è stata annunciata la condanna di chi si è macchiato di tortura e crimini di guerra, per cui verrà diffusa una lista di chi ha commesso questo crimine con tanto di taglia. L'incognita maggiore al momento sembra venire da Israele, con un raid veloce e spietato, ancora impossibile fare una stima precisa dei danni, ma secondo quanto riferisce la TV libanese al Mayadeen, che racconta il blitz della marina israeliana contro la flotta militare siriana, l'impatto sarebbe stato devastante. È avvenuto nella baia di Minet el-Beida nel porto di Latakia, secondo fonti militari citate da Times of Israel. Ma non finisce qui Il blitz dello stato ebraico è su larga scala con il chiaro intento di azzerare le capacità offensive di eventuali informazioni ostili. L'Aeronautica, infatti, ha seguito circa 300 attacchi aerei in Siria dal crollo del regime distruggendo armi avanzate e postazioni. I tank con la stella di Davide hanno continuato ad avanzare nella zona cuscinetto dell'altura del Golan, con l'IDF a negare l'avanzata verso Damasco. Un'operazione comunque avvertita come una minaccia da partite Teheran, che ha sempre sostenuto Assad, questa aggressione è una flagrante violazione della Carta delle Nazioni Unite, ha detto il Ministero degli Esteri iraniano, alla condanna ci sono aggiunti Egitto e Giordania. Intanto la Turchia apre frontiere per chi vuole rientrare in Siria utilizzando l'ingresso di 20 mila persone al giorno.