Guerra in Ucraina, l'incerto destino del Chelsea

03 mar 2022
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Dopo circa vent'anni l'oligarca russo, Roman Abramovich, ha deciso di vendere la squadra di calcio del Chelsea. A spingerlo verso questa scelta hanno giocato sicuramente un ruolo fondamentale la guerra in Ucraina ma anche il rischio di sanzioni. "Chiaramente è in una posizione, anche personale, difficile da tempo che si è adesso fortemente aggravata, ovviamente, in relazione alle sanzioni che sono state imposte a una serie di oligarchi russi, addirittura Boris Johnson, la settimana scorsa, lo ha inserito erroneamente in una conferenza stampa nella lista dei soggetti sanzionati anche se poi in effetti formalmente così non è stato. Quindi diciamo che a valle di tutti questi precedenti, vedendo un po' la malaparata, Abramovich ha cercato di agire diciamo preventivamente cercando un po' di ridurre probabilmente quella che era la pressione anche su di lui". Restano comunque diversi interrogativi da sciogliere relative ai tempi, così come al destino dei soldi provenienti dalla possibile vendita. "Già da diversi anni aveva affidato la gestione a una società americana per trovare un acquirente e ci saranno probabilmente numerosi acquirenti. Meno chiara qui però proprio perché il testo è un po' ambiguo è cosa ne sarà dei proventi della cessione. Nel suo comunicato si legge che innanzitutto lui ha crediti per circa un miliardo e mezzo di sterline nei confronti del Chelsea. Da un lato sembra aver detto questi soldi non li rivoglio indietro, dall'altro lato lui dice che tutti i proventi netti, tutto l'utile netto diciamo realizzato da questa cessione andrà a una fondazione di beneficenza per aiutare le vittime della guerra in Ucraina. Ciò che non è chiaro a molti, qui il Chelsea deve fare chiarezza, è ma se tu parli di proventi netti allora significa che alcuni soldi comunque li tratterrai". "Lui nel comunicato stesso ha detto chiaramente che non sarà fast track perché vuol dire che non ci sarà un percorso diciamo di vendita accelerata. Quindi dato che i tempi di un'operazione così complessa sono inevitabilmente lunghi è probabile, logico, auspicabile, ovviamente da molti punti di vista che l'operazione sarebbe in ogni caso conclusa quando probabilmente saremo in una situazione diversa rispetto a quella attuale".

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