Questo ponte abbattuto dai missili russi a Pokrovsk racconta meglio di qualsiasi altra immagine come l'Ucraina stia perdendo sempre più irrimediabilmente la battaglia del Donbass. La città che fino a poche settimane fa aveva 50 mila abitanti è sempre più deserta e gli ultimi bombardamenti hanno tagliato anche la luce e il gas a chi è rimasto. Se cadesse Pokrovsk, importante snodo stradale e ferroviario della regione, e tutto sembra far pensare che sia questione di settimane, tenere il Donbass diventerebbe quasi impossibile per gli ucraini che nel frattempo devono fronteggiare anche la controffensiva russa nel Kursk, la regione invasa con un blitz a inizio agosto. I russi reclamano di aver riconquistato 10 villaggi con l'Esercito che sarebbe riuscito a superare il fiume Seim nonostante tutti i ponti siano stati distrutti dai bombardamenti ucraini sorprendendo le truppe di Kiev. Anche Zelensky ha confermato il contrattacco a Kursk accusando poi la Russia di aver lanciato un missile contro una nave mercantile che trasportava grano in Egitto e di aver colpito veicoli della Croce Rossa nella regione di Donetsk uccidendo almeno tre lavoratori dell'organizzazione internazionale. Brutte notizie dunque per l'Ucraina su quasi tutti i fronti caldi di questa guerra mentre la visita congiunta a Kiev del Segretario di Stato americano Blinken che poi è andato anche in Polonia e del ministro degli Esteri inglese Lammy sembra far pensare che sia in arrivo un via libera americano e inglese all'utilizzo dei missili a lungo raggio contro obiettivi militari in territorio russo. Il via libera è più volte stato richiesto da Zelensky per provare a colpire le strutture militari da cui i russi lanciano gli attacchi aerei contro l'Ucraina, per molti osservatori, anche se l'autorizzazione fosse concessa, questo non servirebbe a invertire gli equilibri di questa guerra sempre più favorevoli alla Russia. Intanto l'Iran ha convocato gli ambasciatori di Francia, Gran Bretagna, Paesi Bassi e Germania dopo l'accusa a Teheran da parte occidentale di aver fornito alla Russia batterie di missili balistici con la conseguente imposizione di nuove sanzioni contro l'Iran notizia che Mosca si è affrettata a definire propaganda.