Guerra Medioriente, Hezbollah rivendica attentato a Netanyahu

22 ott 2024
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"Gli occhi dei combattenti della resistenza vedono e le loro orecchie sentono, quindi, se le nostre mani non ti hanno raggiunto questa volta, allora tra noi e te ci sono giorni, notti e il campo di battaglia". A pochi giorni dal misterioso drone che ha sorvolato Israele, fino a Cesarea, per colpire la villa di Netanyahu, Hezbollah rivendica il fallito attentato. E se il premier italiano risponde di non aver paura, con aria di sfida, è anche vero che l'attacco, che pure non ha avuto successo, è un segnale preoccupazione, secondo l'Arabia Saudita, rivela la stampa, l'Iran avrebbe fornito il know-how per compiere l'azione. Ennesimo segnale di un clima sempre più arroventato, soprattutto al nord di Israele, anche se non sono mancati allarmi a Tel Aviv dove le sirene hanno suonato diverse volte. Lo Stato ebraico ha annunciato che nella notte sono stati compiuti dei blitz con l'obiettivo di depositi di armi di Hezbollah, centri di comando e altri obiettivi terroristici a Beirut, ha specificato di aver distrutto circa il 70% dell'arsenale missilistico degli Hezbollah. In questo clima che non lascia presagire nessuna de-escalation all’orizzonte gli Stati Uniti provano ancora a giocare la carta diplomatica, ultima possibilità per questa amministrazione prima delle elezioni presidenziali e così il segretario di Stato, Antony Blinken, dopo Netanyahu incontra anche il Re di Giordania, l'obiettivo è un cessate il fuoco a Gaza e in Libano e per raggiungere l'obiettivo chiede di dare maggiori poteri di controllo all'UNIFIL, permettendoli una reale smilitarizzazione del Libano meridionale, in modo disarmare Hezbollah. Richieste che difficilmente possono essere accolte, Israele ha già chiesto ripetutamente di allontanare i caschi blu dell'area, mentre l'UNIFIL allo stato non è minimamente in disarmare Hezbollah. D'altro canto anche il partito Dio ci mette del suo per spegnere ogni speranza. "Quello avviato sotto il fuoco non può essere ripreso attraverso la politica", ha detto il portavoce del partito di Dio, Muhammad Afif, che ha concluso: "non ci sarà una tregua sotto il fuoco israeliano".

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