La guerra in Ucraina va avanti con i russi in costante avanzata e con Kiev che resiste ma a fatica. Più si avvicina la data spartiacque del 20 gennaio quando sarà Donald Trump a dettare la nuova linea degli Stati Uniti, più il conflitto si fa serrato. Entrambi gli schieramenti cercano infatti di rafforzare la loro posizione lungo la linea del fronte. Il presidente Zelensky è esplicito: "Putin vuole dimostrare di avere adempiuto al compito di occupare l'intero Donbass e vuole espellerci dal fronte di Kursk. Sono sicuro che vuole cacciarci prima del 20 gennaio". Nel Donbass l'avanzata russa è infatti costante e in 24 ore sono stati evacuati altri 120 civili. Mosca sta inoltre concentrando proprio nella regione di Kursk 50 mila soldati, tra cui 11 mila nordcoreani, per cercare di espellere le forze di Kiev. Kursk e la vicina Bryansk sono state prese di mira questa settimana dai primi due attacchi ucraini con missili a lungo raggio di fabbricazione americana, in seguito Mosca ha lanciato per la prima volta un missile balistico ipersonico contro una fabbrica di armi nella regione orientale di Dnipro. secondo il Financial Times inoltre Mosca starebbe anche reclutando soldati yemeniti. Quanto agli Stati Uniti, Mike Waltz, futuro consigliere per la sicurezza della Casa Bianca, ha assicurato che lo staff di Trump inizierà a lavorare subito con l'amministrazione del presidente uscente Biden per raggiungere un accordo tra Ucraina e Russia e ha aggiunto: "È necessario porre fine al conflitto, dobbiamo discutere di chi sarà al tavolo se si tratta di un accordo, di un armistizio e come portare le due parti al tavolo e quale sarà il quadro di un accordo". Da parte sua Zelensky, pur temendo che gli usa abbandonino Kiev, mostra cautela: "Voglio vedere le proposte di pace di Trump", ha detto, resta forse la preoccupazione che la nuova amministrazione Usa spinga per un cessate il fuoco anche a costo di pesanti rinunce territoriali da parte Ucraina.