Quelle che stiamo vedendo sono le immagini interne del palazzo presidenziale a Damasco, un luogo inaccessibile e terrificante che con i suoi ampi viali e i saloni giganteschi sembrava sottolineare l'intangibilità del potere siriano. Loro, gli Assad padre e figlio da qui hanno governato col terrore. Vederlo nelle mani dei ribelli fa smaterializzare quasi quell'aura di mistero, dà il senso della caduta del tiranno. Ma niente saccheggi ne devastazioni come chiarisce questo miliziano solo la soddisfazione di correre con la moto per quei viali proibiti come racconta questo cittadino comune ancora attonito per aver compiuto quel che una settimana fa era quasi un sacrilegio. Ma niente eccessi, profilo basso, questa sembra essere la postura di Hayat Taharir al-Sham da quando ha preso il potere. Mohammed Al Bashir è stato nominato Premier ad interim del Governo di transizione che durerà fino al prossimo marzo. Si lavora per una transizione democratica in quest'ottica sono stati varati i primi provvedimenti: l'abolizione della legge antiterrorismo che aveva permesso di perseguitare ogni forma di dissenso e poi ancora più decisivo, lo smantellamento del Mukhabarat, il temuto servizio di intelligence che della repressione è stato lo strumento più spietato. Intanto Erdogan che dell'HTS è stato uno sponsor, si è erto a garante della città siriana: "Da questo momento in poi non daremo a nessuno il permesso di dividere il territorio siriano", ha detto annunciando l'apertura delle frontiere per chi voglia rientrare in Siria. Il monito più che all'interno del Paese sembra rivolto però direttamente a Israele che dalla caduta del regime di Assad ha compiuto denuncia l'Osservatorio per i Diritti Umani in Siria, circa 330 raid aerei. Non solo, con un blitz fulmineo la Marina Israeliana ha di fatto distrutto la flotta militare siriana, l'attacco è avvenuto nella baia di Minet el-Beida e nel porto di Latakia e l'impatto sarebbe stato devastante. Il Ministro della Difesa israeliano Israela Katz ha ribadito che compito dell'IDF è stabilire una sorta di zona sterile ma di non avere alcuna intenzione di stabilire le sue truppe in modo permanente. Anche se poi ha aggiunto un monito alla Siria: "Non permetteremo a un'entità terroristica islamica estremista di agire contro Israele da oltre i suoi confini".