Due persone arrestate, una delle quali avrebbe confessato durante l'interrogatorio, ma su come questo si sia svolto e sulle eventuali pressioni anche fisiche degli inquirenti russi per ottenere dettagli dell'omicidio del generale Igor Kirilov resta il dubbio della comunità internazionale. Il sospetto è un cittadino ventinovenne uzbeko che, secondo la confessione, sarebbe stato reclutato da Kiev per centomila dollari e la promessa del suo trasferimento in un paese dell'Unione Europea. L'uomo avrebbe affermato di aver preso un'auto a noleggio di aver installato una telecamera con WiFi all'interno e di aver trasmesso il contenuto della registrazione, un video dove si vede l'esplosione, via Internet ai reali organizzatori a Dnipro in Ucraina. Kirilov l'uomo a capo delle armi chimiche e biologiche russe e quello che gli ucraini avevano appena accusato e condannato per aver lanciato sul loro territorio 4200 attacchi proprio con le armi chimiche, era anche l'uomo della propaganda più fantasiosa, quella di fantomatiche zanzare malariche e topi kamikaze addestrati da Kiev, ma anche dagli Stati Uniti, contro i nemici. Tutti i responsabili saranno puniti, afferma intanto, Maria Zakharova portavoce della diplomazia russa che porterà il caso davanti al consiglio di sicurezza dell'ONU venerdì prossimo. Pronta a presentare inoltre quelle che definisce prove inconfutabili che l'Ucraina ha usato il fosforo bianco a settembre come munizione auto incendiaria per i droni; siamo certi che muovendo accuse false Mosca voglia scaricare la colpa delle proprie azioni e ingannare il pubblico straniero, la risposta sprezzante di Kiev.