"Ho detto che ci sarà un prezzo da pagare." Joe biden è chiaro il nocciolo della questione è che Putin è responsabile indipendentemente dal fatto che lo abbia ordinato o meno. L'ombra della morte di Alexei Navalny non grava solo sulle prossime elezioni presidenziali russe con l'incognita di che impatto avrà sul consenso al presidente, lanciato comunque verso la riconferma. Si estende su tutto lo scenario internazionale da Monaco sul G7 della Difesa, guidato dall'Italia, fino al Delaware dove il presidente americano lancia l'ultimatum al numero uno di Mosca. Se un primo effetto l'ha avuto la scomparsa del principale oppositore di Putin è stato quello di ricompattare il fronte occidentale nel confronto con la Russia e di dare slancio a nuove iniziative per sostenere l'Ucraina, in difficoltà nella guerra per la riconquista del territorio. Soprattutto dopo la caduta di Advika, importante snodo strategico del Donbass, è per questo che Biden spinge affinché al Congresso passi il disegno di legge sul finanziamento supplementare della sicurezza nazionale per rifornire le forze ucraine. Un passaggio che lo stesso Zelenski, dopo un colloquio diretto con Biden, assicura avrà una conclusione positiva. Nel capoluogo bavarese intanto i grandi della Terra esprimono la loro indignazione per la misteriosa morte di Navalny e denunciano una voce sola, l'inaccettabile persecuzione del dissenso politico da parte del regime di Putin. Un segnale che però non trova sponda a Oriente, con la Cina che si è rifiutata di commentare l'accaduto. Una presa di distanze criticata dal segretario generale della NATO Jens Stoltenberg sappiamo tutti che è il risultato del regime autoritario a Mosca, ha detto, ribadendo la necessità di mantenere il sostegno all'Ucraina definito il modo migliore per onorare la memoria di Navalny. La NATO riafferma quindi di essere l'asse portante della Difesa occidentale, nonostante si stia facendo strada anche la necessità di trovare soluzioni altre, non in contrapposizione, ma a fianco all'Alleanza Atlantica e se ne fa interprete Ursula von der Leyen che promette, se verrò rieletta istituirò un commissario alla difesa UE. Anche perché nulla garantisce che a Washington tra un anno siederà ancora un atlantista convinto.