Secondo fonti saudite Hamas avrebbe accettato la proposta egiziana di due giorni di cessate il fuoco con la parziale liberazione di quattro ostaggi e prigionieri palestinesi, e 10 giorni per finalizzarne la fine delle ostilità in maniera permanente. Ma registrazioni di una riunione tra il Primo Ministro israeliano Netanyahu e i membri del suo partito, Likud, trapelate sulla stampa israeliana svelano come il Primo Ministro ritenga questa proposta in realtà inesistente e che Israele sta lavorando per raggiungere una liberazione parziale degli ostaggi, visto che il Governo non ha intenzione di terminare le ostilità dentro Gaza dove, dopo oltre un anno di guerra, il numero dei morti ha superato ampiamente quota 43 mila secondo fonti interne a Gaza. Netanyahu si mostra deciso a perseguire quelli che ha definito gli interessi di Israele, soprattutto in chiave militare, includendo il fronte iraniano. Al discorso di apertura dei lavori invernali della Knesset, nonostante le proteste antigovernative che hanno radunato qualche migliaia di persone davanti al Parlamento, chiedendo un cessate il fuoco immediato dentro Gaza e la liberazione di tutti gli ostaggi. Uno dei primi atti del Parlamento è stato quello di approvare il divieto di operare in Israele e nei territori palestinesi occupati dell'UNRRA, Agenzie delle Nazioni Unite per i profughi palestinesi senza suggerire un'alternativa per il sostegno dei quasi due milioni di beneficiari di cure mediche essenziali, cibo ed educazione. L'UNRRA è stata accusata da Israele di essere infiltrata da Hamas, accuse che le Nazioni Unite rigettano fortemente. Questa nuova legge rischia di andare contro la Carta delle Nazioni Unite, con conseguente espulsione d'Israele dall'ONU. Bombardamenti infine sulla città libanese di Tiro, che hanno causato quasi una decina di morti e ingenti danni alle infrastrutture cittadine.