I 23 uomini dell'equipaggio stanno bene; queste immagini distribuite da Teheran lo provano. Se la soluzione del sequestro della petroliera Stena Impero non sembra vicina, almeno le loro condizioni in questo momento non destano particolare preoccupazione. Differente invece è la valutazione a livello diplomatico. Dopo aver promesso una risposta ponderata, ma forte, è il Ministro degli Esteri Jeremy Hunt ad annunciare le misure decise per reagire a quello che lui definisce un atto di pirateria di Stato. “Il Ministero dei Trasporti ha alzato a tre il livello di allerta per le navi britanniche, sconsigliando passaggi in acque iraniane e per il momento nell'intero Stretto di Hormuz. Considerando che la libertà di navigazione è un diritto vitale per tutte le nazioni, cercheremo di costituire una missione per la protezione marittima a guida europea per proteggere i cargo e i loro equipaggi durante il passaggio in quest'area così cruciale”. Hunt riferisce alla Camera dei Comuni; nell'occhio del ciclone c'è proprio il suo operato, così come quello di Theresa May, accusati di aver sottovalutato la situazione creatasi con il sequestro dell'iraniana Grace 1 a inizio luglio, perché troppo concentrati sul proprio presente (lei) e futuro (lui). Non per niente questo è un Governo in scadenza. Ma quando mancano poche ore al cambio della guardia a Downing Street, la scelta è compiuta: con gli alleati europei. Il messaggio per l'Iran è netto: “Non vogliamo un confronto, ma la libertà di navigazione è un principio che il Regno Unito difenderà sempre. Se Teheran va avanti su questa strada, dovrà accertarne il prezzo, ovvero una maggiore presenza militare occidentale nelle acque davanti le sue coste”. Intanto, al di là dell'oceano, Donald Trump guarda e aspetta che il tempo faccia il suo corso, ma sull'arresto delle 17 spie della CIA non ha dubbi. La notizia, dice il Presidente statunitense, è totalmente falsa. Solo bugie e propaganda diffuse da un regime religioso che sta fallendo malamente e non ha idea di cosa fare, scrive su Twitter. La palla ora passa al Regime degli Ayatollah, che proprio oggi ripeteva: “Con Londra c'è spazio per una soluzione diplomatica”.