Trump e Bergoglio. Due figure molto diverse in due ruoli ovviamente molto diversi. Ma in tanti guardano ai loro rapporti che già dai primi passi qualche scintilla certamente la promettono. In primis la nomina dell' Ambasciatore presso la Santa Sede di Brian Burch, presidente di Catholic Vote e noto critico del Pontefice. E già come prima mossa ha una chiara direzione. I temi controversi che già indirizzano la discussione di due figure che certo non camminano in punta di piedi passano innanzitutto per la questione dei migranti, Papa Francesco apre le braccia e ribadisce che l'accoglienza è al centro, accoglienza e integrazione ripete. Trump invece come primo atto vuole espellere i migranti, chiaro che una sintesi sia quantomeno complessa. Se questo è vero, dice Bergoglio, sarà una disgrazia, perché farà pagare ai poveri che non hanno nulla, il conto dello squilibrio. Non è così che si risolvono le cose. Le due posizioni sono nette e non sono certo timide. Nel suo primo governo il presidente Trump aveva chiesto l'estensione del muro che divide il suo Paese dal Messico, per Bergoglio invece non esistono muri. Per la stampa americana la relazione tra i due è come l’olio e l’acqua che non si uniscono mai. Sono in disaccordo anche sul cambiamento climatico, la terra che soffre, la cura della casa comune per Bergoglio sono una priorità, per Trump semplicemente una bufala. Altra linea rossa che separa Francesco da Trump è la spesa per le armi. Per il Papa investire in questa direzione è una pazzia. Trump durante la campagna elettorale ha ripetuto più volte di voler porre fine alle guerre nel mondo. La campagna elettorale, si sa, è sempre un mondo a parte, ma ora è chiamato alla prova dei fatti. Più che nota la posizione del pontefice: la guerra è sempre una sconfitta, ha ripetuto più volte. Tra i due però ci sono anche punti di contatto: concordano per esempio sull'opposizione alla legalizzazione dell’aborto. Per il Papa è uno dei peggiori crimini, al punto che i medici che lo praticano sono stati paragonati a dei sicari. Intanto il Pontefice augura buon lavoro al presidente Trump augurandosi che sotto la sua guida il popolo americano prosperi e si impegni sempre nella costruzione di una società più giusta, in cui non ci sia spazio per odio, discriminazione o esclusione. Insomma tante le aspettative sui futuri rapporti trai due, non resta che aspettare e capire.