Ancora cortei bagnati di sangue in Iran. Sarebbero almeno 6 le morti accertate in Piazza Zaydan e tra loro anche un 12 enne ucciso con diversi colpi alla testa. Alla testa colpito anche Mehrshad Shahidi giovanissimo e conosciuto chef nella città di Eraak morto per le conseguenze di un trauma cranico causato dai colpi inferti dopo il suo arresto durante le proteste. Urana, l'agenzia per i diritti umani iraniana, conta 252 morti e Amnesty International denuncia 14.000 arresti dalla morte di Mahsa Amini, il 16 settembre scorso il braccio violento dei Guardiani della Rivoluzione, colpisce duramente professori, studenti, giornalisti, blogger e personaggi noti tra le decine di reporter arrestati anche due giornaliste tra le prime a dare la notizia della morte di Amini. Accusate di essere delle 007 al servizio degli Stati Uniti. Arrestato anche Ali Daei, uno dei maggiori marcatori della storia del calcio, con 109 gol in Nazionale, record battuto solo da Ronaldo, lo scorso giugno. Alloggiava al Kurd Hotel di Saqqez, nella città natale di Amini. E' tra le centinaia di fermi effettuati dalle forze governative durante e dopo l'oceanica marcia dei 40 giorni ma ciò che nella tradizione islamica conclude il lutto, ma che questa volta è stata un inno alla libertà. Mentre la teocrazia scricchiola e si fa più violenta quando alle proteste e alle richieste di libertà si aggiungono sempre più settori della società, Teheran denuncia l'attacco di agenti stranieri sul Paese e accusa l'Isis dei 15 morti nell'attentato al santuario Sciita della città di Shiraz. E dall'estero arriva la solidarietà delle piazze agli iraniani contro la violenza sui manifestanti, l'appello di 17 ONG a cui si aggiunge Washington che chiede ufficialmente al Palazzo di Vetro un consiglio straordinario di sicurezza per condannare le violenze sui manifestanti in Iran.