Altri 30 giorni per permettere alle forze di difesa israeliane di restare nel Libano meridionale. È la proroga chiesta da Israele alla nuova amministrazione americana di Donald Trump mentre si avvicina la scadenza del cessate il fuoco siglato con Hezbollah lo scorso 27 novembre. Secondo l'intesa, i soldati dell'esercito israeliano devono lasciare il sud del Libano entro il prossimo 26 gennaio ma per il premier israeliano Benjamin Netanyahu i 60 giorni previsti dalla tregua sembrano non essere sufficienti. La motivazione ufficiale è per permettere il dispiegamento delle Forze Armate libanesi nella parte meridionale del paese e assumere così il controllo della Regione, ma per molti analisti la richiesta potrebbe celare la volontà dello stato ebraico di riprendere a combattere contro Hezbollah che potrebbe aver usato il tempo della tregua per riorganizzarsi e dunque minacciare ancora il nord di Israele. La milizia Partito Sciita Libanese però ha già fatto sapere che nel caso in cui la IDF non dovesse ritirarsi totalmente dal Sud del Libano entro il 26 gennaio, ci saranno delle conseguenze. Intanto, nelle prossime ore Hamas dovrebbe consegnare la lista dei prossimi ostaggi israeliani da liberare: quattro donne che verranno rilasciate nella giornata di sabato come previsto dall'accordo di cessate il fuoco tra le parti. Nonostante la tregua però, secondo la Protezione Civile di Gaza, un carro armato israeliano ha ucciso due palestinesi vicino a Rafah nella parte meridionale dell'enclave. A Jenin, nel nord della Cisgiordania, continua l'operazione militare israeliana muro di ferro contro le fazioni armate palestinesi con l'obiettivo di combattere il terrorismo e rafforzare la sicurezza nell'area.