Il confronto con il nemico non ha una fine prevista, lo dice al terzo giorno di fuoco di un conflitto mai sedato in Medio Oriente il capo di Hamas Isma'il Haniyeh, confermando la morte per fuoco dei raid israeliani di 16 ufficiali graduati, del movimento paramilitare che di esponenti armati ne ha persi circa 500, in appena due giorni. Con il passare delle ore cresce la tensione e l'apprensione della comunità internazionale per una guerra che ora entra nelle città, nei vicoli, nei crocevia di quei quartieri a popolazione mista, dove la convivenza è diventata ancora più complicata, con attacchi reciproci nei vicoli, casa per casa tra arabi israeliani ed ebrei israeliani. La prospettiva di una guerra vera e propria diventa sempre più concreta con il passare delle ore anche nei timori del Segretario Generale delle Nazioni Unite Guterres. Nelle prossime ore l'escalation potrebbe arrivare via terra con l'ingresso a Gaza, il portavoce militare israeliano Zilberman ha confermato che l'esercito ha già sottoposto ai vertici politici piani disparati fra cui quello relativo proprio ad un ingresso terrestre, chiunque a Gaza impugni un'arma è per noi passabile di morte, ha dichiarato, finora ne abbiamo neutralizzati 60, 70, forse anche 80, le capacità offensive di Hamas, ha aggiunto, sono già calate del 25%.