L'Organizzazione Mondiale della Sanità delle Nazioni Unite ha affermato che lo smantellamento sistematico del sistema sanitario di Gaza, da parte di Israele, è una condanna a morte per decine di migliaia di palestinesi. Parole che si riferiscono all'operazione militare israeliana che ha reso inagibile l'ospedale Kamal Adwan nel nord di Gaza, lasciando la parte settentrionale dell'enclave senza strutture sanitarie pienamente agibili. L'esercito ha fatto sapere di aver agito sulla base di operazioni di intelligence e sulla presenza di operativi di Hamas nella struttura. Un'accusa che il Ministro della Salute palestinese respinge, riportando scontri di artiglieria contro gruppi armati nell'area adiacente l'ospedale. Sono stati effettuati 240 arresti con accuse di affiliazione con Hamas e jihad islamica, incluso il direttore dell'ospedale Abou Safiya. Un volto mediaticamente noto, che aveva raccontato l'assedio dell'ospedale degli ultimi tre mesi, inclusa la morte del figlio e un suo ferimento, a causa di precedenti bombardamenti nei pressi della struttura sanitaria. Alcune delle centinaia di detenuti sono stati rilasciati, ma il destino del direttore, Hossam Abou Safiya, resta sconosciuto, afferma il Ministro della Salute di Gaza. I detenuti hanno descritto di essere stati picchiati, sputati addosso, spogliati e lasciati al freddo per ore mentre venivano trattenuti e interrogati. Sempre nel nord di Gaza, a Beit Hanun, l'esercito israeliano lancia un'altra operazione militare con centinaia di carri armati e uomini armati, ma ciononostante dal nord di Gaza viene lanciato un razzo a lungo raggio che fa suonare le sirene di allarme sui cieli di Gerusalemme e sul deserto del Negev, intercettato dal sistema di difesa israeliano. A Tel Aviv le famiglie degli ostaggi implorano il futuro presidente Trump di trovare un accordo per il cessate il fuoco. A Gaza con il maltempo le tendopoli si allagano. Sul fronte diplomatico tutto ancora tace.