"La Bielorussia è ostaggio nucleare di Mosca". È la reazione ucraina all'annuncio di Putin di voler dispiegare armi tattiche nucleari in un deposito in Bielorussia. Una risposta all'invio di armi all'uranio impoverito dalla Gran Bretagna agli ucraini, sostiene il Presidente russo. All'allarme generato dalla dichiarazione di Putin reagisce anche l'amministrazione americana. "Non ci sono indicazioni che la Russia stia preparando un attacco nucleare" ha detto un alto funzionario del Pentagono alla Reuters. Gli Stati Uniti, l'amministrazione Biden, restano impegnati nella difesa collettiva dell'alleanza NATO. Putin, nel suo discorso, ha motivato la mossa: le armi saranno messe in un deposito e saranno addestrati i militari bielorussi "come hanno fatto gli Stati Uniti in Europa". Saranno trasferiti in Bielorussia anche i 10 aerei pronti ad utilizzare questo tipo di armi e dai primi di aprile si inizierà ad addestrare gli equipaggi. A Minsk è stato inoltre consegnato un sistema missilistico Iskander in grado di trasportare testate nucleari. L'accordo tra il Presidente russo e il Presidente bielorusso Alexander Lukashenko, stando alle dichiarazioni di Mosca, è senza violare gli obblighi del Trattato Start. E fanno sapere ancora dal Pentagono: "era un accordo già in discussione da tempo". Il Presidente Putin ha voluto annunciarli in questo momento per dare ulteriormente valenza simbolica alla collaborazione militare con la Bielorussia. Intanto anche il Presidente turco Erdogan nel suo ruolo di mediatore plaude al rinnovo dell'accordo per il grano e chiede negoziati per una soluzione della guerra il prima possibile.