Diversi attacchi aerei hanno colpito la periferia meridionale di Beirut tra cui uno su un sito adiacente all'unico aeroporto internazionale del Libano. L'esercito israeliano aveva emesso un avviso di evacuazione per l'area affermando che lì si trovavano strutture di Hezbollah senza fornire ulteriori dettagli. Bombardamenti nel sud del paese hanno ucciso 40 persone secondo il Ministero della Salute libanese, in un attacco a Sidot contro 3 persone in un veicolo sono rimasti feriti lievemente 5 membri delle forze Unifil del contingente proveniente dalla Malaysia, mentre Hezbollah lancia decine di razzi contro basi militari nella zona di Haifa. In un incontro "off the record" con la stampa locale il brigadiere generale dell'esercito israeliano Itzik Cohen afferma che i residenti sfollati del nord di Gaza, sotto assedio da più di un mese, non potranno ritornare nelle zone di Jabalia e Beith Laya e che aiuti umanitari non verranno più consegnati al nord. Si levano le proteste delle organizzazioni internazionali accusando Israele di crimini di guerra, ma ore dopo le prime pubblicazioni di queste dichiarazioni a mezzo stampa l'esercito israeliano si dissocia ufficialmente, dicendo che le parole di Cohen sono state prese fuori contesto e che non c'è nessuna direttiva ufficiale in merito all'espulsione permane dei palestinesi dal nord di Gaza. Secondo il Ministero della Salute di Gaza, 78 palestinesi sono stati uccisi in 48 ore, oltre 200 i feriti. Sulla guerra dentro Gaza parla anche l'oramai ex Ministro della Difesa israeliano Gallant, che lasciando il governo incontra le famiglie degli ostaggi. Secondo media israeliani avrebbe detto loro che secondo le sue valutazioni e quelle dell'esercito non c'è alcun motivo per continuare la guerra dentro Gaza e che tutti gli obiettivi militari sono stati raggiunti. Infine ha aggiunto che un accordo sugli ostaggi non è né militare né politico e che Netanyahu è l'unico a poter decidere.