L'aviazione israeliana colpisce l'aeroporto di Sanaa e il porto di Ras Issa in Yemen. Tre il bilancio delle vittime. Nell'aeroporto era presente anche il direttore dell'Organizzazione Mondiale della Sanità che è rimasto illeso. infrastrutture civili, accusate da Israele di essere utilizzate per le azioni militari del gruppo sciita Houthi contro lo Stato ebraico. Sul fronte diplomatico delle trattative per il cessate il fuoco, Hamas chiede l'inizio della tregua per poter fornire la lista completa degli ostaggi ancora in vita nell'enclave, affermando di aver perso i contatti con i vari gruppi armati che tengono sequestrati gli israeliani dentro Gaza. Ma fonti vicino al governo israeliano affermano che Netanyahu non è disposto a concludere l'accordo senza ricevere prima queste informazioni cruciali. Netanyahu è anche preoccupato da affari domestici. L'ufficio del Procuratore Generale Gali ha chiesto infatti l'apertura di un'indagine sulle accuse secondo cui Sara Netanyahu avrebbe cercato di intimidire un testimone e interferire nel processo di corruzione in corso contro suo marito. Un bombardamento davanti l'ospedale Awda a Nuseirat uccide 5 giornalisti dell'emittente locale Al-Quds Today, affiliata alla Jihad islamica. Israele conferma l'attacco, accusando i giornalisti assassinati di propaganda. Sono 133 i giornalisti uccisi dentro Gaza dall'inizio del conflitto. Muore anche assiderata, in una tendopoli per sfollati, una neonata di tre settimane: il terzo infante morto di freddo questa settimana. Gli altri due avevano rispettivamente tre giorni e un mese di vita. Mentre a pochi chilometri dalla Striscia di Gaza, nel Sud di Israele, a Sderot, è in corso una manifestazione di coloni, di rappresentanti del movimento dei coloni israeliani, che questa notte tenteranno di entrare all'interno della Striscia di Gaza. Ovviamente è una manifestazione provocatoria, ma le persone alle mie spalle rappresentano un movimento di circa 800 famiglie che hanno già dato la loro disponibilità ad andare a vivere in futuri, possibili insediamenti all'interno della Striscia di Gaza, qualora ci sia una volontà politica israeliana, un progetto che in questo momento non è appoggiato, almeno ufficialmente, dal Primo Ministro Benjamin Netanyahu.