È arrivato a Calais in elicottero e ha cominciato la visita dalla gendarmeria locale. Poi, François Hollande ha incontrato gli imprenditori locali, quindi le associazioni, ma nella “giungla”, come viene chiamato il campo dei migranti, non è andato. Per la prima volta, il Presidente francese arriva nella cittadina diventata, da ormai due anni, uno dei simboli dell’emergenza immigrazione in Europa. A spingerlo, la campagna elettorale e i sondaggi, che in questa regione della Francia vedono un netto vantaggio dell’estrema destra di Marine Le Pen. Della tendopoli, nella quale vivono in condizioni degradate circa 10.000 persone, però, Hollande ha parlato. “Smantelleremo totalmente il campo”, ha promesso il Presidente che, però, ha poi richiamato la Gran Bretagna agli impegni presi tredici anni fa con il Trattato di Touquet, che fissa la frontiera britannica in Francia. “Voglio anche sottolineare la mia determinazione nel vedere le autorità britanniche prendere parte agli sforzi umanitari che la Francia sta compiendo qui e continuerà a portare avanti nel futuro. Non è perché il Regno Unito ha preso una decisione sovrana che ora non abbia più obblighi rispetto alla Francia. Anzi, direi il contrario”. Il tema dei migranti e dello smantellamento del campo di Calais è al centro della campagna elettorale. Hollande ha promesso che la Francia non sarà un Paese di campi profughi, annunciando di voler chiudere integralmente la tendopoli e di ripartire i migranti nei 140 centri di accoglienza temporanea del Paese. Qui potranno fare richiesta d’asilo, ma per chi non lo otterrà scatterà il rimpatrio.