È morto mentre era in stato di fermo, il 19 luglio di 4 anni fa, in una caserma della Gendarmeria nella banlieue di Parigi, dove era stato condotto al termine di un inseguimento. Secondo una nuova perizia, la quarta dall'inizio dell'inchiesta, la morte del giovane Adama Traorè sarebbe da attribuirsi ad asfissia a causa della tecnica del placcaggio ventrale adottata dai gendarmi. Il caso, del tutto simile a quello di George Floyd, che sta sconvolgendo gli Stati Uniti, aveva già dato origine a diverse manifestazioni nella banlieue. Oggi è però diventato il simbolo Della protesta contro le violenze della Polizia. Numerosi manifestanti, circa 20mila, rispondendo all'appello di un comitato che sostiene la famiglia e lotta contro le violenze, sono scesi in piazza davanti al tribunale di Parigi, al grido di “Niente giustizia, niente pace”. La manifestazione, non autorizzata per le misure di distanziamento sociale anticovid, si è trasformata in guerriglia urbana. Tafferugli, incendi, cassonetti dati alle fiamme, cariche della Polizia. Tensione anche in altre città del Paese, da Marsiglia a Lione, a Lilla. “Ciò che sta accadendo negli Stati Uniti fa eco a ciò che sta accadendo in Francia”, ha detto la sorella maggiore di Traoré, aggiungendo che il giovane aveva usato le stesse parole di Floyd, “Non riesco più a respirare”.