Ufficiale e diplomatico: diventasse mai un film, la vita di Colin Powell, si potrebbe intitolare così. Quarant'anni a servire l’America, da soldato prima e da Segretario di Stato poi. Quarant'anni dei quali verrà però sempre e solo ricordata quella che anche lui considererà una macchia indelebile nella sua storia: l’arringa alle Nazioni Unite per sostenere l’invasione dell’Iraq a caccia delle inesistenti armi di distruzione di massa di Saddam Hussein. Un clamoroso fallimento di intelligence che non lo abbandonò mai, ma che presso chi lo conosceva non ne minò la reputazione. I suoi consigli erano così preziosi - ha detto George W. Bush che lo mise a capo della sua diplomazia al Dipartimento di Stato - da meritarsi per ben due volte la Medaglia della Libertà, la più alta onorificenza americana. La sua carriera è stata leggendaria - ha detto il Segretario di Stato Blinken. Ma la figura del generale che combattè in Vietnam e guidò Desert Storm nel Golfo Persico era così rispettata anche all'estero. L'ex Primo Ministro britannico John Major ha definito Powell "il più brillante americano che non sia mai diventato Presidente". Tony Blair ne ha ricordato le doti di integrità e leadership politica e militare. Il Ministro degli Esteri tedesco Heiko Maas ne ha lodato la capacità di essere costruttore di relazioni transatlantiche. Colin Powell è morto a 84 anni per le complicazioni di una infezione da Covid che aveva contratto nonostante il vaccino e che aveva aggredito un fisico immunocompromesso da un gravissimo cancro.