Nessun vento di guerra diretta tra la Russia e la Nato. Ad abbassare i toni sul pericolo di un attacco di Mosca nei confronti dei paesi dell'Alleanza Atlantica, ipotesi ventilata dalla Germania prima e dalla Norvegia poi, ci pensa il segretario della NATO Jens Stoltenberg ma anche lo stesso presidente russo Vladimir Putin, che però allo stesso tempo, non arretra sulle conseguenze che si avranno per l'utilizzo delle armi inviate da Stati Uniti e dagli alleati per colpire il territorio russo. L'ipotesi di un attacco diretto ai paesi Nato per Putin è insensata, è una follia. Avete visto il potenziale della Russia e della NATO, ha chiarito nel corso di un'intervista. La Russia non ha alcuna ambizione imperiale, ha poi aggiunto, accusando gli stessi media internazionali di aver inventato la notizia. Dal canto suo, il segretario della NATO Stoltenberg ha spiegato che il sostegno a Kiev si può dimostrare in modi diversi. La Nato non ha intenzione di schierare forze in Ucraina, ha poi aggiunto, chiarendo che l'intenzione è stabilire un quadro di sostegno più forte con un sistema istituzionalizzato di aiuti. E anche la Finlandia, entrata di recente nella Nato, ha ribadito di non voler schierare truppe in Ucraina. Di certo però sull'utilizzo delle armi inviate dagli Stati Uniti e dagli alleati per colpire la Russia, il Cremlino non fa nessun passo indietro. Non rimarrà senza conseguenze per l'occidente, ha affermato il portavoce Dmitrij Peskov. Mosca fornirà missili a parti terze per colpire obiettivi sensibili dei paesi Nato ma ovviamente la Russia non precisa a chi verranno dati questi missili, ha aggiunto Peskov. Ed è agli Stati Uniti che si rivolge Putin. Senza l'invio delle loro armi in Ucraina, il conflitto finisce in due o tre mesi, ha commentato.























