Sostanza non forma. Cambia un'intera filosofia, non una norma. Papa Francesco porta a termine una revisione già iniziata da Benedetto XVI nel 2007 e cambia il codice di Diritto Canonico. Un punto è fondamentale: pedofilia e abusi sessuali saranno considerati non più reati contro gli obblighi dei consacrati ma contro la persona e la sua dignità. Ed è una differenza epocale. Il centro dell'atto criminale dunque non è la mancanza nei confronti delle regole ma l'offesa alla vittima. Saranno perseguibili, indica il nuovo testo del sesto libro del codice, anche i laici che sono investiti di ruoli specifici nella Chiesa, come anche quanti abusino della loro posizione di autorevolezza. Introdotto anche il reato di omissione della denuncia, conseguenza logica del nuovo atteggiamento. Chi viola il minore, chi detiene foto pedopornografiche rischia la cacciata. E per una questione di difesa del più debole non della Chiesa. Ma non c'è solo questo nel Libro VI riformato per la prima volta dal 1983, ci sono anche altri reati come la tentata ordinazione delle donne, il rischio è la scomunica. Attenzione anche ai reati finanziari o meglio alla gestione errata delle finanze. La Carità e la Misericordia, spiega Papa Francesco, richiedono che un padre si impegni anche a raddrizzare ciò che talvolta diventa storto.