La situazione è estremamente difficile nelle regioni annesse, ammette il Presidente Vladimir Putin in un discorso del capo del Cremlino alla giornata mondiale dei lavoratori degli organismi di sicurezza. Una delle prime pubbliche ammissioni sulle difficoltà dell'operazione speciale che Mosca sta riscontrando nel Donetsk, Lugansk, Kherson e Zaporizhzhia. Putin non parla di perdite sul piano militare ma incita alla protezione delle persone annesse, evocando la necessità di garantire loro il massimo della sicurezza. Nella notte però il Presidente ucraino Zelensky quantifica le perdite tra i militari russi e ribadisce: Mosca ha già perso sul campo quasi 99 mila soldati, un altro giorno e saranno 100 mila. Zelensky, inoltre, chiede un blackout mondiale nella giornata del 21 dicembre dalle 8 alle 9 di sera, ora locale Kiev, come gesto di solidarietà con il paese invaso dai Russi. Il tentativo di rimonta russo si sposta sulla regione di Sumy, dove in 24 ore sono stati lanciati 83 attacchi al confine Nord-occidentale. Colpiti almeno sette villaggi, dove si fa la conta dei danni e dei feriti mentre Bakhmout e Kherson restano al centro dei combattimenti più violenti. All’indomani dell’incontro Putin Lukashenko in Bielorussia, Minsk ribadisce la sua sovranità nazionale e frena sulla partecipazione diretta al conflitto in Ucraina pur mantenendo aperta la porta dei suoi territori alla presenza militare russa sul confine. Smentito anche dal Cremlino ogni coinvolgimento della Bielorussia nel conflitto. Kiev, che teme l'apertura di un ponte di guerra a Nord, intanto rafforza le difese in quell'area e dal Kosovo l'allarme lanciato dal Presidente Kurti che evoca un vantaggio per Mosca dall'instabilità e dalle tensioni causate dalla minoranza serba sui valichi del Nord. L'aumento delle tensioni con Belgrado, dice, avvantaggia a Putin nella guerra in Ucraina.