Forse il calendario, forse una casualità ma certo colpisce che il vertice dei Brics sia in contemporanea con quelli del Fondo Monetario Internazionale e della Banca mondiale. Ed è inevitabile la contrapposizione tra l'Occidente, quello disegnato dalla fine della Seconda Guerra Mondiale, e il Nuovo Ordine Mondiale così come propugnato da Putin e Xi Jinping. Per alcuni l'associazione tra il Nuovo Ordine con l'Asse del male è un po' automatica, visti anche gli impresentabili Iran e Russia. Ma non è del tutto corretta. Innanzitutto perché tra i nuovi partecipanti c'è la Turchia. È vero che Recep Tayyip Erdogan si è ritagliato un ruolo di battitore libero ma è pur sempre un membro della NATO. In un rapporto piuttosto burrascoso con l'Alleanza, e sempre più vicino a Mosca e Pechino, ma impossibile da collocare tra i nemici. Così come il Brasile, molto critico su Gaza e Ucraina, è sicuramente un Paese dialogante soprattutto sul versante economico che ha molti punti in contatto con Stati Uniti e UE. Nemmeno il Sudafrica spesso su posizioni radicali può certo collocarsi sul lato dei nemici dell'Occidente. Come se non bastasse anche l'Arabia Saudita che invia un rappresentante e non il reggente, un piccolo sgarbo a Mosca, è impegnata in un complicato esercizio di equilibrismo geopolitico. Sicuramente interessata a mantenere rapporti con l'estremo Oriente, è una fedele alleata degli Stati Uniti. C'è poi la Cina, discreto motore immobile di questa fitta rete di alleanze, che nessuno può trascurare, dato il suo peso economico e politico a livello globale, si presenta a Kazan come la vera attrattiva dell'incontro. Perché la Russia è ospite ma il conflitto con l'Ucraina la segrega dagli alleati problematici. L'India è da sempre un gigante addormentato alle prese con gravi problemi strutturali che le impediscono di ritagliarsi un ruolo di leader, mentre il Sudafrica è in una stagnazione che sembra impossibile da superare. La Cina però al di là della sua immagine di dragone rampante non cresce o cresce molto meno di quel che si immaginava. E poi ci sono i problemi strutturali, l'impossibilità di trasformare il Brics in un organismo istituzionale, la scarsa cooperazione economica tra i vari attori, ognuno con la sua rete di alleanze, come si è visto, è la sostanziale impossibilità di sostituire il dollaro nell'economia globale. Insomma non è l'Asse del Male e come Nuovo Ordine Mondiale ha ancora molta strada da fare.