Russiagate, Trump firma sanzioni contro Mosca

03 ago 2017
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“Vista la mia storia di uomo d’affari posso negoziare accordi internazionali migliori di quelli del Congresso”, facendo presente con queste parole tutto il suo disappunto, Donald Trump ha firmato ieri le nuove sanzioni contro la Russia per interferenza nelle elezioni presidenziali del 2026, votate a larghissima maggioranza da deputati e senatori, che lo hanno di fatto lasciato con le mani legate sia a lui che al Dipartimento di Stato. Anche il Segretario di Stato Rex Tillerson ha, infatti, espresso perplessità su queste nuove misure che vanno a colpire soprattutto il settore energetico russo rischiando di mettere un peso ulteriore importante su una situazione economica già complicata per Mosca, che dal 2014, quando annesse la Crimea, deve far fronte a limitazioni commerciali importanti non solo con gli Stati Uniti ma anche con l’Unione europea. Queste nuove sanzioni lasciano, fra l’altro, discrezionalità alla Casa Bianca che può decidere autonomamente se colpire anche imprese straniere che aiutano la Russia a sviluppare il proprio settore energetico. Un dettaglio che non è sfuggito a Bruxelles che ha criticato questa nuova mossa unilaterale di Washington. Senza contare la reazione che questo clima punitivo ha innescato nel Cremlino, con il Primo Ministro Dimitri Medvedev che ha dichiarato che “a questo punto si apre una guerra commerciale su larga scala e si esaurisce la speranza di poter costruire con la nuova Amministrazione una relazione migliore di quella avuta in precedenza con Barack Obama”. Trump, da parte sua, continua comunque a sottolineare che il suo obiettivo resta la ricerca di un dialogo ma la questione è diventata troppo delicata per esporsi andando contro il volere del Congresso e soprattutto guardando alle indagini sul Russiagate che continua creando tensioni anche alla Casa Bianca, dove a calmare gli animi ci sta provando il nuovo capo dello staff del Presidente, il Generale John Kelly, che dopo aver fatto fuori il vulcanico Anthony Scaramucci, ha voluto invece rassicurare il Ministro della giustizia Jeff Sessions, contro cui Trump si è scagliato più volte anche pubblicamente, nelle ultime settimane proprio per la sua decisione di tenersi fuori dalle indagini sul Russiagate. Kelly, però, ieri gli ha assicurato che il suo posto non è per il momento a rischio.

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