Padre e figlio si difendono a vicenda. Il Russiagate ha ormai assunto tratti di famiglia per i Trump, con il coinvolgimento del primogenito Donald junior si avvicina sempre di più allo Studio Ovale. Ecco perché ieri il figlio del Presidente è andato in tv a precisare che sull’incontro con l’avvocatessa russa dello scorso giugno in cui si aspettava di ricevere informazioni compromettenti su Hillary Clinton, con il senno di poi avrebbe agito diversamente, forse con maggior cautela. Ha poi chiarito a più riprese che comunque il padre non sapeva nulla, né del colloquio stesso, né dello scambio di mail che lo ha preceduto, pubblicato ieri su Twitter da Trump junior. Scambio da cui si evince che il colloquio era stato organizzato con la promessa di notizie scottanti sulla candidata democratica per la soddisfazione di Donald junior, che però è stata poi delusa dai fatti dato che l’incontro con l’avvocatessa si è rivelato alla fine un buco nell’acqua, capace comunque in queste ore di generare un polverone mediatico e non solo, dato che anche il procuratore speciale sul Russiagate, Robert Müller, si dice pronto ad interrogare il figlio di Trump. Trump che questa mattina, via Twitter, è tornato sulla vicenda spiegando che suo figlio è stato aperto, trasparente ed è soprattutto innocente. Il Presidente ha nuovamente poi bollato tutta la vicenda come la più grande caccia alle streghe della politica americana ed ha rimandato al mittente anche i commenti di questi giorni sui principali quotidiani in cui si descrive un’amministrazione paralizzata dal Russiagate. La Casa Bianca funziona benissimo, ha cinguettato Trump, che domani però sarà chiamato a dare risposte concrete su tutte le questioni ancora aperte, quando a Parigi si troverà di fronte ai giornalisti per una conferenza stampa congiunta con il Presidente francese Emmanuele Macron.